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26 Dic 2025 21:44
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Gli Eventi di BlogTurismo.it |
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Si apre sabato 14 marzo, la rassegna di arte contemporanea “Il Bosco di Venere” (“Thunderbolts and Flowers”, alla lettera “fiori e fulmini”), con la presentazione della mostra e della videoinstallazione omonima, dall'ampio lavoro prodotto nel 1999 da Cosimo Vinci e Toni Ulivieri, in un “bosco” di immagini e narrazioni interconnesse, negli spazi e performaces dei numerosi attori coinvolti, “archetipi di se stessi”, impegnati in un viaggio visionario tra Cecina, Volterra, Rosignano Marittimo, Castagneto Carducci, che indaga le origini del senso esistenziale, dando immagine e spazio al linguaggio stesso del “fare artistico”, descrizione di per sé del mondo, prima ancora ed oltre, la sedimentazione dei suoi contenuti e significati. Strutturato su due sedi, ed in due tempi diversi, l’evento comprende, in un percorso itinerante e temporale dalle forti suggestioni concettuali, una mostra “Expo” nella Sala dei Molini a Castagneto Carducci (LI), che sarà inaugurata sabato 14 marzo alle ore 18, e la presentazione dell’installazione-video, nella sede del Centro Espositivo a Cecina (LI), con il vernissage di sabato 21 marzo, ore 18, che prevede anche la performance diretta da Giusi Bisantino, con gli interpreti Laura Cattelan, Claudio Del Colombo, Leonardo Giusti, Luca Maffei, Sara Maludrottu, Giovanna Placido, Paola Poli, Elisa Salvadori, sulle note di Giusi Bisantino. Un “progetto aperto”, esordito dieci anni fa, quando Cosimo Vinci, artista , regista e videomaker, attore e scenografo, insieme ad un gruppo di amici, inseguendo il sogno ingenuo di un film, inizia un percorso aperto, un vero e proprio “happening cinematografico”, che diviene esso stesso espressione dei contenuti ai limiti del “senso” che si vanno ad indagare. Una concatenazione dinamica di riprese e performances, “25 ore di girato, frutto di un lavoro durato nove mesi, rimaste praticamente inutilizzate fino ad oggi”, racconta l'autore, realizzate secondo emergenze contestuali, seguendo le circostanze fino a quando il “caso” cessa di essere tale e svela i suoi arcani determinismi. Un gioco metafisico, dove le persone, gli oggetti e gli ambienti divengono rappresentazione delle loro stesse infinite possibilità attraverso un percorso all’inverso, dal significato al senso, dall’identità esistenziale al Sé potenziale, in un ambiente elegante e anonimo, fatto di attribuzioni successive, dal movimento del corpo, da storie in cui concreto e possibile aspirano a completarsi l’un l’altro, come "amanti che non si stancano di cercarsi", sulla scia delle melodie incalzanti di Giusi Bisantino. Il materiale auto-sedimentatosi nel tempo, dopo dieci anni, confluisce nella video-installazione “Il Bosco di Venere”, in presentazione a Cecina, nelle sale del il Centro Espositivo, ed in parte nell’Expo di Castagneto Carducci, che precede la mostra di Cecina, dal 14 al 20 marzo, e successivamente ricontestualizzata in questa. Cinque capitoli di un corpus unico, nel gioco degli archetipi del “dormiente”, del “camminatore”, del “testimone”, della “scrittrice”, della “ragazza con il walkman” e di “bofonchio”, l’uomo con la barba gialla, ironico e ottimista, nell’ambiente post-industrial del video, nell’insieme di riprese connesse sincronicamente “proprio come in una foresta”. Nella mostra Expo presso la Sala dei Molini di Castagneto Carducci, una scenografia di evocazione surrealista tridimensionale, nella logica archetipica dell’inconscio collettivo, si apre ad un linguaggio non umano, estraniato ma cogente. Sulla parete di fondo, la proiezione di una tastiera di piano che precipita sulla terza dimensione, dove il suono emesso è volutamente rallentato e disturbato e la mano dell’esecutore, in un gioco di rispecchiamento prende le sembianze di una forma vivente indipendente non-conosciuta e non-familiare. Una lampada-sacerdotessa, vestita da Monica Bacciardi è posta in primo piano su di un tavolo improbabile, senza una gamba. Sullo sfondo un quadro di Lilli Capriotti ispirato alla
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