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21 Dic 2025 20:10
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Gli Eventi di BlogTurismo.it |
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L’ambiente pittorico graffitista-surreale dell’artista Enrico Pantani, giovane talento, classe 1975, residente a Pomarance, in Alta val di Cecina, apre le sequenze di un video immaginario portavoce delle urgenze esistenziali calate, nei fotogrammi rapiti nelle incrinature delle certezze del contemporaneo, nella personale di pittura in tecnica mista sperimentale, in corso nella sede del Caffè enoteca galleria Betti a Ponteginori (Montecatini VC - PI), lungo la strada che conduce a Volterra, inaugurata venerdì 3 ottobre 2009, ed in corso fino al 5 novembre 2009.
Nella ritmica intrigante, e nella “semplicità complessa” del fumetto d’autore, si svelano in realtà i contenuti sublimati ed ironici di un disagio che si manifesta nel cortocircuito, riscoperto come catartico e produttivo, tra i bisogni base e la natura spontanea dell’Uomo antropologico da un lato, e le richieste pressanti della modernità e dei suoi ruoli artificiali, “artificiosi” e spesso disumanizzanti ruoli, dall’altro.
Volti riproposti su più supporti, dai contorni a pennarello, olio, penna, dove il surrealismo volutamente infantile e quasi primordiale del tratto, fissa la tragicità ironica di un’autodistruzione manifesta, nei paesaggi con uomini “persi” e animali, contaminati di una scrittura quasi proto-grammaticale che costruisce però uno spazio marcatamente complesso nel contenuti simbolici.
Dalla semplicità delle immagini e delle linee, nella “cassa di risonanza” in continuità nei taccuini di appunti e disegni, vere e proprie opere a se stanti, la ripetitività di senso della Pop art, in assenza di sfumature di profondità, nella preferenza di “sbaffature” di significato, verso la resa potente di un grido d’allarme che nasce dal gioco sottile e intuitivo, che porta all’estremo quegli stessi ruoli sociali.
In linea di continuità, il tema in oggetto, dedicato all’esposizione nello spazio vitale di un bar-caffè, dove i soggetti tipici frequentatori si calano a tal punto nel cliché categorizzato da porre le fondamenta del suo superamento, così come accadeva nella stessa Pop Art, entrando però in uno spazio surreale terribile e liberatorio insieme, che rievoca la fiaba moderna e underground di una simbolica e riproposta, nuova e contemporanea, “cacciata dall’Eden”.
Da qui i trittici sugli effetti dell’alcool, il viaggio dal “negroni di base”, al “sesto negroni” ad “una miriade di negroni”, le fughe scenografiche ed oniriche dall’alcool, i bisogni primari del corpo che schiacciano l’Io almeno quanto le pressioni sociali esterne, nelle opere di piccolo formato realizzate, racconta l’artista “in una settimana” ad hoc per questa mostra, esposti insieme ad opere di formato più ampio e quasi drammaticamente monocrome, realizzate negli anni passati.
Le angosce di De Kooning riecheggiano nella poesia beat e art brut, autentica è restituita alla giovane umanità contemporanea, nello spazio libero di una tela bidimensionale dove lo sguardo si perde e si purifica nella caduta libera di immagini che fissano e sublimano la forza comunicativa stessa che sta nel retroscena del più manifesto dolore.
Gli stessi contenuti, provocatori e filosofici insieme, hanno trovato continuità nella forma musicale, con la performance dai timbri “di rottura” del gruppo rock “I Sandalo”, la sera del vernissage, i cui componenti, di provenienza dal territorio, hanno eseguito anche le composizioni recenti scritte ed ispirate ad opere di Enrico Pantani, il cui suono-rumore ha alimentato lo stesso happening dell’artista.
Enrico Pantani, musicista, artista, laureato in Lettere, nasce a Volterra nel 1975. Nel 2008 “un suo dipinto per il manifesto del Volterrateatro”. “Sempre nell'ambito del Festival viene invitato ad esporre gli ultimi lavori”. Dopo una segnalazione di Bianca Tosatti “partecipa al Premio Treccani degli Alfieri a Montichiari (Brescia), classificandosi secondo” e Rimanendovi in mostra dal dicembre 2008 al gennaio 2009. Recentemente ha esposto a Firenze, nella personale “
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