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26 Dic 2025 19:51
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Gli Eventi di BlogTurismo.it |
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Dopo la prima apertura del 14 marzo nel centro storico di Castagneto Carducci, seconda inaugurazione a Cecina (LI), sabato 21 marzo, ore 18, presso gli spazi del Centro Espositivo “Il Palazzetto”, in Piazza Guerrazzi, per l’evento di arte contemporanea “Il Bosco di Venere” (“Thunderbolts and Flowers”, alla lettera “fiori e fulmini”), con le videoinstallazioni e l'Expo site-specific, dall'ampio lavoro omonimo prodotto nel 1999 dagli autori Cosimo Vinci e Toni Ulivieri. In un “bosco” di immagini, narrazioni e azioni interconnesse, negli spazi e performaces dei numerosi attori coinvolti, “archetipi di se stessi”, si delinea un viaggio visionario tra Cecina, Volterra, Rosignano Marittimo, Castagneto Carducci, che indaga le origini del senso esistenziale, dando immagine e spazio al linguaggio stesso del “fare artistico”, descrizione di per sé del mondo, prima ancora ed oltre, la sedimentazione dei suoi contenuti e significati.
Per il vernissage, che comprende anche la performance diretta dalla musicista e compositrice Giusi Bisantino, il nuovo allestimento a cura di Cosimo Vinci e Francesca Chiellini, dove le opere di Cosimo Vinci, Monica Bacciardi, Lilli Capriotti, Giovanni Krinner, e Toni Ulivieri, originariamente nella mostra di Castagneto, connotata da un surrealismo minimalista e "pulito", saranno letteralmente "accatastate", per opposizione, nella scenografia generale della mostra cecinese, che riproduce "il disordine" della casa di Vinci, trasposizione in ambiente archetipico-universale dei passaggi del vissuto individuale, nell'itinerario che si muove fra l'infinito ed il quotidiano e individuale. In un nuovo ambiente leggermente in ombra, i cinque monitor che riproducono gli altrettanti cinque capitoli di "Thunderbolts and Flowers”, un corpus unico, nel gioco degli archetipi del “dormiente”, del “camminatore”, del “testimone”, della “scrittrice”, della “ragazza con il walkman” e di “bofonchio”, l’uomo dalla barba gialla, ironico e ottimista, nell’ambiente post-industrial del video, nell’insieme di riprese connesse sincronicamente “proprio come in una foresta”. "Il Bosco di Venere" è un “progetto aperto”, esordito dieci anni fa, quando Cosimo Vinci, scultore, pittore, regista e videomaker, attore e scenografo, livornese di origine, residente a Cecina, insieme ad un gruppo di amici, inseguendo il sogno ingenuo di un film, inizia un percorso aperto, un vero e proprio “happening cinematografico”, che diviene esso stesso espressione dei contenuti ai limiti del “senso” che si vanno ad indagare. Una concatenazione dinamica di riprese e performances, “25 ore di girato, frutto di un lavoro durato nove mesi, rimaste praticamente inutilizzate fino ad oggi”, racconta l'autore, realizzate secondo emergenze contestuali, seguendo le circostanze fino a quando il “caso” cessa di essere tale e svela i suoi arcani determinismi. Il filmato originario, con autori-interpreti Toni Ulivieri, Giusi Bisantino, Monica Bacciardi, Fabio Simpatia, Lilli Capriotti, Giovanni Krinner Cosimo Vinci, realizzato dagli operatori Toni Ulivieri, Cosimo Vinci, Massimo Bartolini, Fabio Simpatia, con i costumi di Monica Bacciardi, e sulle musiche di Giusi Bisantino, Sergio Vinci e Cosimo Vinci ed il montaggio di Cosimo Vinci, auto-sedimentatosi nel tempo, dopo dieci anni, confluisce nella video-installazione “Il Bosco di Venere”. Un uomo artefice del proprio destino, ma anche in armonia con l’inevitabile complessità del Tutto, in una “restituzione di dignità mitica” che investe il paesaggio, le architetture, l’ambiente naturale e urbano, emerge dai lavori dell’evento, nel “libro” fatto di immagini in scorrimento che parla dell’uomo, alla luce del contemporaneo, in spazi ridotti all’essenza, in apertura alla forza lirica di una poesia riscoperta nella “fiaba dark”, ottimistica ed ironica, quando il presente domestico e territoriale, riscopre gli scenari atemporali dell’infinito, attraverso la rappresentazione di un linguaggio che si apre a ciò che
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